Non permetteremo la cancellazione del 25 Aprile dalla coscienza degli Italiani
Per fronteggiare l’eccezionale emergenza economica che si sta abbattendo sul nostro Paese, le cui conseguenze colpiscono soprattutto gli strati più deboli della popolazione, il Governo ha in programma provvedimenti di straordinaria gravità, come la controriforma dello Statuto dei Lavoratori e la modifica dell’articolo 41 della Costituzione che subordina l’iniziativa privata all’utilità sociale. Nel disegno di legge ora in discussione al Senato è anche prevista l’abolizione delle cosiddette festività laiche: 25 Aprile, 1° Maggio e 2 Giugno. L’ANPI Nazionale ha immediatamente preso posizione contro le misure governative, non corrispondenti a criteri di equità sociale, manifestando la propria vivissima preoccupazione per l’abolizione delle uniche ricorrenze laiche del nostro Paese, dotate di grande significato storico e di notevolissima valenza politica e sociale. Le tre date, infatti, costituiscono qualcosa di più di semplici festività: si tratta di vere e proprie ricorrenze della civiltà, di date fondanti della nostra democrazia. Con questa manovra il governo che, con un disegno di legge in itinere in Parlamento, vorrebbe equiparare i repubblichini ai partigiani, si prefigge un obiettivo ben preciso: colpire l’antifascismo, la Resistenza, il lavoro come valore fondante della Repubblica democratica, lo spirito e l’impalcatura stessa della Costituzione ormai da diverso tempo sotto attacco.
Vogliamo ribadire con forza che il 25 Aprile è data sacra per la Patria, per tutti gli Italiani e non per una sola parte, perché segna la sconfitta del nazifascismo che opprimeva il nostro popolo e la riconquista della libertà e della democrazia per l’intero Paese. Arrigo Boldrini sosteneva, a questo proposito, che i partigiani hanno combattuto “ per chi c’era, per chi non c’era e per chi era contro”. Ma il 25 Aprile non è solo festa della Liberazione. E’ anche festa della riunificazione geografica, morale e civile dell’Italia. Dopo essere stata per 20 mesi tagliata in due dall’occupazione nazifascista, l’Italia si riunifica. Se ciò non fosse avvenuto la nostra nazione, che si era costituita come stato moderno nel 1861, sarebbe scomparsa dalla storia. Cancellare il 25 Aprile significa ferire la coscienza degli Italiani e recare un’offesa irreparabile ai Combattenti per la Libertà che hanno sacrificato la propria giovane vita per liberare l’Italia dal nazifascismo e per costruire una società più giusta. Un Paese che non rispetta la propria storia finisce per essere un Paese senza storia, senza identità e senza futuro.
Chiediamo a tutti i cittadini di reagire e di mobilitarsi in difesa dei valori resistenziali, diffondendo e sottoscrivendo questo appello.
ANPI Provinciale di Milano